Risorgimento Giocando

Capire meglio ciò che siamo diventati oggi, le scelte dei nostri avi, questo è il motivo per cui studiamo la storia; dopotutto, proprio tali scelte hanno decretato il destino e il disegno politico e sociale del nostro paese, l'Italia.
Abbiamo ideato un duplice percorso che vi guideranno attraverso gli eventi cruciali che hanno segnato il percorso storico del nostro paese.

La prima guerra d'indipendenza

Finalmente on-line!

Un percorso didattico interattivo attraverso la guida multimediale offerta dalla piattaforma Google Earth rendicontando puntualmente tutte le battaglie delle prima guerra di indipendenza italiana

Divertiamoci con la storia

Finalmente on-line!

Un percorso ludico in cui abbiamo cercato di enfatizzare agli aspetti militari , simulando le principali battaglie del Risorgimento Italiano con l'ausilio dei wargame

Battaglie simulate imageBattaglie simulate image

Simuliamo le Battaglie delle tre guerre Risorgimentali.
Le partite giocate riprenderanno in dettaglio le fasi iniziali delle singole battaglie con l'indicazione dettagliate dei singoli battaglioni coinvolti. Ci siamo divertiti a vivere in prima persona le strategie e le sensazioni vissute più di 150 anni fa, a volte anche riscrivendo la storia ... con la classica frase cosa sarebbe successo se .... Dunque, ripercorriamo la storia in pochi e semplici passaggi , un percorso che ci guiderà attraverso gli eventi cruciali che hanno segnato il percorso storico del nostro paese.

Mettiamoci in marcia e partiamo per la "Prima guerra d'indipendenza":
La battaglia del Ponte di Goito, la battaglia di Pastrengo, la battaglia di Curtatone e Monatanara  sono terminate.
In lavorazione : la battaglia di Goito, la battaglia di Custoza e la Campagna di Novara (detta anche la campagna delle 100 ore).



Battaglia del ponte di Goito (8 aprile 1848)

Battaglia del ponte di Goito (8 aprile 1848)

Poiché tutti i ponti sul Mincio erano ancora tenuti dalle retroguardie austriache, l'8 aprile il generale Bava mandò la divisione del generale d'Arvillars ad impadronirsi del ponte di Goito. Lo stesso giorno, dopo accaniti combattimenti durante i quali i genieri austriaci riuscirono a far saltare parzialmente il ponte, reparti di bersaglieri e della marina (Real Navi) riuscirono a passare sull'altra riva. Verso le 4 del pomeriggio il lavoro dei genieri piemontesi consentì il passaggio di altri 3 battaglioni, mentre gli austriaci ripiegavano su Villafranca. In questo che fu il primo vero scontro fra piemontesi e austriaci della guerra, rimase ferito gravemente il colonnello Alessandro La Marmora, fondatore dei bersaglieri. Il giorno dopo, più a nord, i piemontesi si impossessarono del ponte di Monzambano e l'11 aprile gli austriaci abbandonarono definitivamente la sponda sinistra del Mincio raccogliendosi presso Verona mentre i piemontesi occupavano Valeggio

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Battaglia Simulata (Ponte di Goito)

Battaglia Simulata (Ponte di Goito)

Ordine di Battaglia: Regno di Sardegna: 1° Corpo (Bava) Divisione d'Arvillars (del generale Federico Millet d'Arvillars) Impero d'Austria: Brigata Wohlgemuth (del generale Ludwig Freiherr von Wohlgemuth)

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Battaglia di Pastrengo (30 aprile 1848)

Battaglia di Pastrengo (30 aprile 1848)

Di fronte alla minaccia piemontese, Radetzky aveva fatto occupare sulla destra dell'Adige la posizione avanzata di Pastrengo. Il 30 aprile, il 2º Corpo di De Sonnaz mosse per eliminare la testa di ponte nemica (14.000 piemontesi contro 8.000 austriaci). Per tre ore, dalle 11 alle 14, l'avanzata fu lenta e difficile. Carlo Alberto, spazientito, si portò allora fra la Brigata "Cuneo" e la Brigata "Piemonte", con tre squadroni di carabinieri a cavallo. In quel momento l'avanzata piemontese riprese e alcuni carabinieri furono raggiunti da una scarica di fucileria austriaca. Dopo un momento di sbandamento, il maggiore Alessandro Negri di Sanfront lanciò al galoppo i tre squadroni di carabinieri contro il nemico mentre il Re e il suo seguito si univano alla carica: la linea austriaca fu sfondata; mentre anche la fanteria attaccava battendo il nemico che si ritirava. Giunti fino all'Adige, i piemontesi furono tuttavia fermati da un'azione dimostrativa di Radetzky che all'avanzata nemica aveva risposto con un attacco al centro dello schieramento piemontese, sulla direttrice Verona-Peschiera. L'assalto fu facilmente respinto, ma valse a distogliere il comando di Carlo Alberto dal tentativo di varcare l'Adige. La battaglia di Pastrengo si risolse con una vittoria piemontese e questo giovò al morale delle truppe sabaude. Il successo, che determinò l'eliminazione della testa di ponte austriaca verso Peschiera fu, tuttavia, incompleto poiché la riva sinistra dell'Adige rimase saldamente nelle mani di Radetzky.

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Battaglia Simulata (Pastrengo)

Battaglia Simulata (Pastrengo)

Ordine di Battaglia: Regno di Sardegna: 2° Corpo (De Sonnaz) / 4° Divisione (del generale Federici), 3° Divisione (del generale Broglia) , Divisione di Riserva (di Vittorio Emanuele) Impero d'Austria: 1° Corpo /Divisione Gustav von Wocher / Brigata Wohlgemuth (del generale Ludwig Freiherr von Wohlgemuth), Brigata Sigismondo (Arciduca Sigismondo), in supporto 2° Corpo/ Brigata Thurn Taxis

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Battaglia di Curtatone e Montanara  (29 maggio 1848)

Battaglia di Curtatone e Montanara (29 maggio 1848)

L'esercito austriaco uscì da Verona la sera del 27 maggio con un contingente di 45.000 uomini, diviso in tre colonne, comandate da Eugen Wratislaw (1º Corpo), Konstantin d'Aspre (2º Corpo) e Gustav Wocher (1781-1858) di riserva. Il giorno dopo l'armata arrivò a Mantova. Allarmato, il quartier generale piemontese provvide ad un concentramento di forze a Goito. Il 29, alle prime ore del mattino, gli austriaci passarono da Mantova sulla sponda destra del Mincio divisi in diverse colonne. Una di queste si diresse verso Governolo (una quindicina di km a sud-est di Mantova, sul Mincio) contro i parmensi e i modenesi. Altre due attaccarono appena fuori città le località di Curtatone e Montanara, e una quarta il vicino paese di San Silvestro per aggirare toscani e napoletani da sud. Le tre colonne su Curtatone, Montanara e San Silvestro contavano in tutto almeno 20.000 soldati e 52 cannoni. Difendevano il primo paese 2.500 uomini, agli ordini del colonnello piemontese Campia, e 2.300 il secondo agli ordini del colonnello lucchese Giuseppe Giovannetti. Il resto degli uomini era posizionato in riserva. L'attacco vero e proprio venne sferrato dagli austriaci a Curtatone verso le 10 e 30. Respinto una prima volta, fu rinnovato con il fuoco dell'artiglieria e nuovamente respinto. Anche a Montanara si combatté tenacemente e solo fra le 13 e le 14 la linea avanzata dei difensori venne travolta. Dopo le 14 l'attacco si rinnovò ancora a Curtatone; fermato al centro si sviluppò ai lati e dopo le 16 il generale Cesare De Laugier, comandante la divisione toscana, ordinò il ripiegamento, che si compì ancora combattendo.

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Battaglia Simulata (Curtatone e Montanara)

Battaglia Simulata (Curtatone e Montanara)

Ordine di Battaglia: Regno di Sardegna: Div Tosco-Napoletana (De Laugier) con la colonna Curtarone (Colonnello Giovanni Campia) e la colonna Montanara (tenente colonnello Giuseppe Giovannetti). Impero d'Austria: 1° Corpo (Wratislav) / Divisione Felix Schwarzenberg / Brigata Wohlgemuth (del generale Ludwig Freiherr von Wohlgemuth), Brigata Benedek (Ludwig von Benedek ) verso Curtarone. Divisione Karl Schwarzenberg / Brigata Clam (Eduard Clam-Gallas), Brigata Strassoldo (Julius Cäsar von Strassoldo ) verso Montanara. Brigata Liechtenstein (Franz Joachim von und zu Liechtenstein)

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Battaglia di Goito (30 maggio 1848)

Battaglia di Goito (30 maggio 1848)

L'esercito austriaco di Josef Radetzky attaccò il 1º Corpo d'armata dell'esercito piemontese di Carlo Alberto schierato a protezione dei ponti sul Mincio presso Goito, nel Lombardo-Veneto austriaco. Secondo le relazioni, Radetzky quel 30 maggio 1848 non intendeva misurarsi ancora con l’avversario, ma voleva studiare la pianura ed eventualmente costringere Carlo Alberto ad abbandonare il corso del Mincio. Comunque sia, la brigata d’avanguardia di Benedek del 1º Corpo non passò che alle 12 il canale Caldone a metà strada fra Rivalta e Sacca, e dopo le 15 fu in vista della linea piemontese. Visto l’ostacolo del Mincio a destra, dalla parte degli austriaci il combattimento si riassume negli sforzi delle unità per dispiegarsi a sinistra della brigata di Benedek che era di fronte al nemico, e per rovesciare la linea nemica aggirandone l’ala destra. Dalla parte dei piemontesi l’azione consistette soprattutto nell’impedire al nemico questo aggiramento. La manovra d’attacco degli austriaci fu quanto mai scoordinata. Alle 15,30 la brigata di Benedek, in colonna, assalì quasi senza dispiegarsi l’ala sinistra piemontese. Gli uomini di Carlo Alberto risposero con il fuoco di 16 pezzi d’artiglieria mentre i battaglioni piemontesi si disponevano per la battaglia. Alle artiglierie del generale Bava risposero a un chilometro di distanza quelle austriache e, mentre durava questo duello con vantaggio dei cannoni piemontesi, le vedette di questi ultimi nel folto degli alberi intravidero il movimento di altre unità nemiche fra le località Loghino e Cagliara. Erano le brigate di Wohlgemuth e di Strassoldo che tentavano di schierarsi sulla sinistra della brigata di Benedek. La brigata di Wohlgemuth aveva da percorrere 5 km circa fuori dalla strada, e in quei terreni coltivati si avanzava lentamente. I soldati di Wohlgemuth si dirigevano verso la cascina Gobbi contando sulla brigata Strassoldo che avrebbe dovuto coprirli a sinistra. La battaglia si concluse con la vittoria dei piemontesi comandati dal generale Eusebio Bava. Con essa il piano strategico di Radetzky di aggiramento dell’esercito nemico schierato sul Mincio, nonostante la vittoria di Curtatone e Montanara del giorno prima, fallì.

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Battaglia Simulata (Goito)

Battaglia Simulata (Goito)

Ordine di Battaglia: Regno di Sardegna: A  Goito, un battaglione del 10º Reggimento “Abruzzo” napoletano e il distaccamento toscano; A ovest di Goito, le forze comandate dal generale D’Arvillars per un totale di 16 battaglioni di fanteria 2 batterie d’artiglieria ippotrainate e 2 da Campagna (circa 12.000 fanti): in terza linea la Brigata “Guardie”; in seconda linea la Brigata “Aosta”; in prima linea la Brigata “Cuneo”; negli avamposti due compagnie di bersaglieri presso località Loghino e sulla strada di Gazoldo. Quasi tutte a nord di Goito e delle truppe precedenti, le forze comandate dal generale Di Ferrere (circa 3.000 fanti, 2.400 cavalleggeri, 3 batterie ippotrainate) pronte a intervenire dove ci fosse necessità: in terza linea i reggimenti “Genova Cavalleria” e “Savoia Cavalleria”; in seconda linea il Reggimento “Nizza Cavalleria”; in prima linea11º e 17º Reggimento di fanteria; in avanguardia il “Reggimento Aosta Cavalleria”. Impero d'Austria: Il 1º Corpo (gen. Eugen Wratislaw), sulla destra dello schieramento / brigata di Benedek (in testa) e da quella di Eduard Clam-Gallas. A seguire la divisione di riserva del generale Gustav Wocher / con le brigate di Strassoldo e di Wohlgemuth, l’artiglieria e la cavalleria. Della manovra avvolgente a ovest era invece incaricato il 2º Corpo del generale Konstantin d'Aspre: l’ala sinistra dello schieramento austriaco.

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  • Torino, Piemonte, Italia

 Alessandro Barbero racconta il 1848 e la prima guerra d'indipendenza Note: durata 1 ora e 15 minuti 

Alessandro Barbero
Sorico
     
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